Ancora quel luogo prende il nome di “Cortile di Sant’Alberto”. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Quattro giorni dopo arrivarono altre quattro navi cariche di vettovaglie sfuggite alla flotta avversaria. La Statua di Sant’Alberto, poi, lascia ogni anno il Santuario della Madonna di Trapani (dove risiede per tutto l’anno nella cappella a lui dedicata) a bordo di un carro trainato da devoti per raggiungere dapprima il sindaco di Trapani che gli consegna le chiavi, e poi la Cattedrale di San Lorenzo dove si celebrano le S. Messe in Suo onore. Alla destra del Santo s’innalza una montagna e una piccole vite, simbolo del rigoglioso Monte Carmelo e dell’ascesi spirituale. Presto la Provincia carmelitana di Sicilia si chiamò “di Sant’Alberto”, la quale diede vita nel 1472 a una seconda, detta “di Sant’Angelo”, e poi da queste due sorsero altre due Province, riformate, nel 1645 la “Provincia del Primo Istituto di Monte Santo”, e nel 1741 la “Provincia S. Maria della Scala”. Già i brevi cenni storici indicati ci devono richiamare a una volontà del Signore nei riguardi del Carmelo di Sicilia: da secoli Sant’Alberto è il nostro patrono, il custode del nostro Carmelo. Alberto degli Abati, detto da Trapani dal luogo dove nasce, secondo la tradizione meglio documentata, intorno al 1240, entra nell'ordine carmelitano di quella città, divenendo prete e svolgendo il suo apostolato in tutta l'isola. Ascese al sacerdozio per obbedienza, tanto se ne riteneva indegno.Da alcune pergamene del Convento dell’Annunziata, oggi conservate alla Biblioteca “Fardelliana” di Trapani, sappiamo della sua presenza presso la comunità religiosa trapanese:- l’8 agosto 1280: Alberto è presente al secondo testamento del Notar Ribaldo (suo zio) a favore dei Carmelitani da lui sottoscritto anche a nome di un suo cugino Ottone di Ventimiglia;- il 4 aprile 1289: Alberto è presente al testamento della zia Perna Abate, moglie del Notar Ribaldo, ricoprendo la carica di Priore del Convento. Il volume progettato poté essere pubblicato a Lisbona nel febbraio del 1583, ma La vida de San Alberto, inserita nel volume, porta la data del 1582, per cui P. Tommaso si chiede se forse la S. Madre abbia fatto a tempo ad averla tra le mani già stampata. Ex: "Teresa d'Avila" + "Carmelo & Cultura" mostrerà solo gli articoli su Teresa di argomento culturale. Ideatori della “macchina” furono gli artisti del tempo, tra cui gli architetti Giuseppe La Bruna e Giovanni Amico, gli scultori Mario Ciotta e Giuseppe Tartaglia e il pittore Domenico La Bruna. Poco dopo Alberto venne mandato dai Superiori all'altra estremità dell'isola, nel convento carmelitano di Messina e liberò la città, assediata dal Duca di Calabria, dalla fame causata da un assedio: alcune navi cariche di vettovaglie passarono miracolosamente attraverso gli assedianti. Sul carro vi era dipinto Sant’Alberto accompagnato da angeli, puttini e serafini. 02174880449 -. La presenza di Alberto nel convento di Trapani nei giorni 8 agosto 1280, 4 aprile e 8 ottobre 1289 è attestata da pergamene dello stesso convento, oggi alla Biblioteca Fardelliana della città; qui si trova anche una pergamena in data 10 maggio 1296, da cui risulta la sua carica di Superiore provinciale. Da questi due testamenti autografi, si evince come grazie all’ingresso di Alberto degli Abate nel Convento Carmelitano dell’Annunziata di Trapani, parte del patrimonio di famiglia spettante al Santo venne devoluto, a motivo della sua rinunzia, a favore del Convento medesimo in cui egli entrò per servire il Signore con cuore puro e retta coscienza, divenendone ben presto il vero fondatore spirituale, gettando le basi di quello che sarà nel tempo il luogo di culto più importante della Sicilia occidentale. Copyright Paolo Antonini P.I. Morì a Messina probabilmente nel 1307. Matilde nacque tra il 1240... Iscriviti alla newsletter per ricevere il santo del giorno sulla tua email: Aggiungi il santo del giorno sul tuo sito. Alberto degli Abati, detto da Trapani dal luogo dove nasce, secondo la tradizione meglio documentata, intorno al 1240, entra nell'ordine carmelitano di quella città, divenendo prete e … Il 7 agosto si celebra la festa in onore del patrono della città, Sant’Alberto, festività che si celebra sin dal 1624. XVII – mentre compie i suoi miracoli. L’arcivescovo Guidotto de Tabbiatis († 1333) con molto Clero, ed il re Federico III d’Aragona con molto seguito, ad imitazione del popolo si portarono a visitare la salma venerata, dimostrando così quanto fosse grande la loro riconoscenza all’insigne religioso che tanto aveva beneficato la città dello Stretto. Ebbe anche il titolo di «padre», titolo condiviso con l’altro Santo carmelitano del suo tempo, Sant’Angelo di Sicilia. Il cielo stesso, si narra, volle dirimere la controversia sorta tra il clero ed il popolo circa la specie di Messa da celebrare in tale occasione: due angeli apparvero ed intonarono l'Os iusti, l'Introito della Messa dei confessori. Sant’ Alberto degli Abati (da Trapani) Sacerdote carmelitano Trapani, 1250/1257 – Messina, 7 agosto 1306 Non si conosce con esattezza la data di nascita. L’ozio gli riusciva sempre insopportabile. SANT'ALBERTO DA TRAPANI. Il volume progettato poté essere pubblicato a Lisbona nel febbraio del 1583, ma. Amen. Alberto nacque - dopo ventisei anni di matrimonio sterile - da Benedetto degli Abati e da Giovanna Palizi, che promisero di consacrarlo al Signore. Comunque, nel contesto del suo itinerario formativo, le biografie che lo riguardano, narrano alcuni episodi particolarmente significativi che testimoniano la santità del giovane discendente dell’illustre famiglia degli Abati fin dai primi passi del suo cammino religioso. Di contro, aumenta sempre di più la microcriminalità. A Messina nel 1623 gli fu dedicata una porta della città. Questi venne guarito miracolosamente da un sorso d’acqua contenente pezzettini di un vestito di Sant’Alberto. Questo per noi avvenne non solo perché egli è un santo siciliano, ma anche perché la nostra Santa Madre Teresa ebbe per lui una devozione particolare; lei lo invocava come “Padre”, lo riconobbe più volte in visione, a lui ha attribuito delle ispirazioni importanti e si preoccupò anche di pubblicarne la “Vita”, per farlo conoscere e amare dalle sue monache e dai frati scalzi. Alberto si distinse per la sua predicazione in varie località della Sicilia e fu superiore provinciale dei Carmelitani presenti sull'isola. Il Santo è invocato anche contro i terremoti e le ossessioni. Gli studenti reagirono e promossero presso la S. Sede un processo contro quei “zelanti” che si definivano “La Religione Carmelitana,” senza mai però manifestare il proprio nome. Vestito dell’ abito dei carmelitani, a piedi scalzi, ha la mano destra in gesto d’intercessione mentre con l’altra tiene il Vangelo chiuso, come a mostrare l’essenzialità e il tutto della Parola rivelata, e, da apostolo della fede quale fu, sembra invitare colui che guarda alla conoscenza e allo studio della Scrittura. Ancora giovane, Alberto entrò tra i Carmelitani di Trapani. Più in basso è rappresentata la città di Messina che, si racconta, fu liberata per intercessione di S. Alberto da un assedio e provvista da tre navi colme di viveri che, dopo la distribuzione, scomparvero. Alberto appare frequentemente nelle leggende e nelle tradizioni popolari siciliane. Intanto si dovette provvedere per i funebri onori: ma prevedendosi che il popolo avrebbe pretesi per Alberto gli onori dei santi e non le esequie dei defunti, il prudente arcivescovo ordinò che per tre giorni si digiunasse e pregasse allo scopo di ottenere i necessari lumi dal Cielo. I tre altari accoglievano: una statua lignea di sant'Alberto, una della Madonna di Trapani e un crocefisso di Andrea Tipa. Venne così additato come esempio di vero carmelitano, tutto dedito all’austerità e alle opere apostoliche e, verso il 1287, fu nominato, meritatamente, Superiore provinciale dell’Ordine per la Sicilia. La santa in quell’occasione avendo chiesto consiglio sul futuro della Riforma Carmelitana, ricevette la risposta da Sant’Alberto che gli “scalzi” avrebbero dovuto avere una gerarchia propria e distinta da quella dei “mitigati”. Comunque, sta di fatto che il suo culto iniziò a diffondersi come un baleno dal giorno della sua morte in seno all’Ordine Carmelitano e fuori di esso, mentre la prima traslazione di alcune delle sue principali reliquie è da ascriversi intorno al 1318 mentre la sua prima biografia è stata compilata poco dopo il 1385.I suoi resti oggi sono sparsi in tante piccole parti nella stragrande maggioranza delle Chiese Carmelitane, ad eccezione del suo Cranio custodito integro nella Cappella omonima del Santo in questo Santuario Carmelitano di Trapani. La “macchina” era un corpo architettonico in legno rivestito e decorato con figure di cartapesta. S. Teresa di Gesù e S. Maria Maddalena dei Pazzi ne furono particolarmente devote; il beato Battista Spagnoli compose in suo onore un’ode saffica. C’è un altro episodio ancora più esplicito, anch’esso situato fra le esperienze mistiche della santa dottore della Chiesa, riferito dallo stesso padre Yanguas al processo di canonizzazione. Con l’ingresso al Carmelo, con molta probabilità avvenuto tra il 1248 e il 1250, il fervore religioso di Alberto crebbe e si intensificò il suo cammino di comunione con Dio che imparò ad incontrare da vero contemplativo, non solo durante la preghiera personale e della comunità, ma anche attraverso le vicende del suo nobile casato, del suo Ordine, negli eventi cittadini e nella storia del suo tempo e in particolare della sua terra di Sicilia.Le varie recensioni e copie della Vita del Santo tacciono sugli anni della sua formazione religiosa e in vista della sua ordinazione presbiterale, ma possiamo affermare con certezza e senza ombra di dubbio che proprio in quegli anni fu preparato dallo Spirito il “servo buono e fedele che il Signore porrà a capo della sua famiglia per distribuire a tempo debito la razione di cibo” (Cfr. Il giorno seguente, Federico II, insieme alla sua corte, si diresse alla chiesa del Carmine in cui Sant’Alberto officiava la Messa. Con la sua instancabile predicazione, convertì molti ebrei. Già nel capitolo del 1420 si era ordinato che in tutti i conventi si tenesse la sua immagine raggiata. Il Santo monaco Alberto è rappresentato al centro dell’icona a busto intero, con la figura di tre quarti rivolta a sinistra, il capo sollevato (distaccato e pensoso) circondato dal nimbo dorato, lo sguardo in contemplazione e ascolto. Per la parola e per i prodigi, per la carità e soprattutto per le numerose conversioni di Ebrei, la fama di Sant’Alberto corse rapidamente anche fuor di Messina. In questa Cappella, di gusto barocco, si custodisce la Statua reliquario argenteo di Sant’ Alberto. Il capo del Santo è conservato nella chiesa dei Carmelitani di Trapani. Per Cristo nostro Signore. Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Il programma di Feijó, riflettendo la pratica spagnola, si dimostrò impraticabile altrove, specialmente in Italia. Egli fu il discendente della potente famiglia degli Abate (oppure mantenendo l’assonanza latina e conservando la doppia “BB” latina de Abbatibus “degli Abbati”) arrivata dalla Toscina in Sicilia nel 1229 con Enrico, tesoriere dell’imperatore Federico II di Svevia, e il fratello Benedetto (padre di Sant’Alberto), ammiraglio del versante occidentale - dal canale di Sicilia fino al limitare del Tirreno Meridionale - e di Gilberto († 1269), governatore di Malta nel 1230. Questa, non potendo procurarsi il cibo, cominciava a languire. Nell'ultima riforma liturgica è stato concesso il grado di festa per S. Alberto per i Carmelitani e di memoria per i Carmelitani Scalzi. Eppure la storica via è il salotto “buono” della città, fiancheggiata da palazzi settecenteschi e da chiese: la “Rua Nova” – così chiamata nel XIII secolo – oggi via Garibaldi, è una delle strade più belle di Trapani. Per la parola e per i prodigi, per la carità e soprattutto per le numerose conversioni di Ebrei, la fama di Sant'Alberto corse rapidamente anche fuor di Messina. (Avvenire), Etimologia: Alberto = di illustre nobiltà, dal tedesco. Anche per celebrare Sant’Alberto venivano sparati i giochi d’artificio, e precisamente in Corso Vittorio Emanuele, davanti al Palazzo Senatorio o Cavarretta. Al cap 40, 13 parla di una visione profetica avvenuta mentre pregava davanti al SS. Il diavolo, nemico di ogni autentica santità, concepì un odio mortale contro di lui. Al cap 40, 13 parla di una visione profetica avvenuta mentre pregava davanti al SS. Quest’acqua viene poi distribuita ai fedeli poiché, si dice, abbia la proprietà di rendere salute e vigore e di guarire dalle febbri. Quando, nell’aprile del 1700, il priore generale seguente, Carlo Filiberto Barbieri, volle verificare se gli studi erano compiuti secondo tali decreti, gli studenti dello studium della Traspontina, che era allora un dei più prestigiosi nell’Ordine, ricorsero alla Congregazione dei Vescovi e Regolari per ottenerne la dispensa e continuare l’assegnamento dei gradi e il seguire l’ordinamento dello studium nei suoi giorni di scuola e nei periodi di vacanza come era consuetudine da più di cent’anni nello studium stesso. Questa illustre famiglia si estinse a Trapani con Giacomo degli Abate. Nel 1457 Papa Callisto III ne permise il culto, che fu confermato nel 1476 da Papa Sisto IV. Nel secolo XVI fu stabilito che ogni chiesa carmelitana avesse un altare a lui dedicato. L’origine del quadro è legata ad una curiosa storia. La leggenda narra che in quei giorni accadde un fatto straordinario simile a questo: una signora vestita di bianco fu vista passeggiare tranquillamente sugli spalti delle mura con lo stendardo di Messina, un francese lanciò una freccia contro di lei, ma la freccia ritornò indietro, colpendo in un occhio l’arciere. Sullo sfondo viene spesso riprodotta la città di Trapani di cui è Patrono. Il suo beato transito da questa terra avvenne in Messina tra il 6 e il 7 agosto dell’anno 1307. Un piccolo bordo rosso delimita la cornice esterna della tavola: indica il sangue versato da Gesù per la nostra salvezza. Ma ora cosa può voler dire per noi celebrare il centenario di un santo di 7 secoli fa, dopo che il Carmelo ci ha dato Santi di altro rilievo, Fondatori di una nuova Famiglia, Dottori della Chiesa? Nascita del Santo - Il suo illustre casatoSant’Alberto nacque a Trapani nel 1240 circa, da Benedetto Abate e Giovanna Palizzi, nell’attuale via Andrea Carreca, in pieno centro storico cittadino, ove sorgeva (come testimoniano vari pubblici documenti) il palazzo di famiglia. Presto la Provincia carmelitana di Sicilia si chiamò “di Sant’Alberto”, la quale diede vita nel 1472 a una seconda, detta “di Sant’Angelo”, e poi da queste due sorsero altre due Province, riformate, nel 1645 la “Provincia del Primo Istituto di Monte Santo”, e nel 1741 la “Provincia S. Maria della Scala”. Venne alla luce dopo 26 anni di matrimonio sterile, implorato dal cielo con preghiere, digiuni ed elemosine dai suoi genitori i quali, tramite un voto fatto alla Vergine, promisero di consacrarlo al Signore nell’Ordine del Carmelo. E così, ancora recentemente, il nostro Definitorio Generale, il 10 ottobre 1998, nel Decreto di erezione ripropose il titolo di Sant’Alberto per il nostro Commissariato. Di Trapani si trova la Cappella di Sant’Alberto degli Abati del 1582. Per la sua modestia non avrebbe voluto accettare l'ordinazione sacerdotale; ma si piegò alle affettuose insistenze dei confratelli e dei superiori distinguendosi per le sue virtù, il suo amore per la purezza e la preghiera, per i miracoli e per la sua predicazione. Quando Federico II fece alloggiare i suoi cavalli nel convento del Carmine, trasformando in stalla proprio la chiesa in cui era sepolto Sant’Alberto, un male misterioso colpì prima i cavalli e poi i soldati stessi che morirono tutti. Sullo sfondo viene spesso riprodotta la città di Trapani di cui è Patrono. E così, ancora recentemente, il nostro Definitorio Generale, il 10 ottobre 1998, nel Decreto di erezione ripropose il titolo di Sant’Alberto per il nostro Commissariato. Morì a Messina il 7 agosto con probabilità nel 1307. Ingresso di Alberto al Carmelo di Trapani e sua formazione religiosa.Alberto aveva varcato da poco il settimo dei suoi anni quando, secondo la consuetudine del tempo, fu richiesto al padre da Giacomo I d’Aragona († 1276) come fidanzato della propria figliuola di nome Eleonora. Una Vita del Santo, composta nella seconda metà del XIV secolo, è giunta a noi in molte copie o rifacimenti del sec. Hotels near Chiesa di Sant'Alberto: (0.01 mi) B&B La Dimora Di Odisseo (0.01 mi) Suimari Rooms (0.02 mi) Central Gallery Rooms (0.03 mi) B&B Rua Nuova (0.03 mi) Luxury Loft Tre Lune; View all hotels near Chiesa di Sant'Alberto on Tripadvisor Brano eseguito dal Coro San Michele Arcangelo di Erice Casa Santa (Tp) nel corso del Concerto in ricordo del "Maestro e Amico Giancarlo Bini" del … Trapani Chiesa di Sant Alberto: Chiesa di Sant Alberto . 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Padre Tommaso Álvarez, ocd, ha dedicato uno studio a una iniziativa singolare di S. Teresa sulla rivista “Monte Carmelo” di Burgos, 2, 1993, con il titolo significativo: Una impresa editorial de Santa Teresa. Per la celebrazione, diciamo, ufficiale, si ricorreva ad un’altra statua argentea che conteneva la testa del santo e che viene conservata nella Basilica dell’Annunziata. Esempio di barocco trapanese, è stata dedicata al santo Alberto da Trapani. Anche la Provincia del Messico ha come titolare questo Santo. Infine una piccola anfora colma d’acqua, la cui presenza è dovuta ad una forma di devozione: nel giorno di S. Alberto, nelle chiese carmelitane, viene benedetta dell’acqua con l’immersione di una reliquia del Santo. Viva!”. Dalla porticina laterale a destra si passa nella “celletta” di S. Alberto, la cameretta da lui abitata, che conserva le miracolose reliquie del Santo ad anche le reliquie del B. Luigi Rabatà. Numerosi aneddoti danno prova della santità di Alberto e fra tutti spiccano il miracolo ad una giovane donna partoriente (che in preda al dolore del parto venne a mancare al momento fatidico… Sant’Alberto infilandole un dito in bocca le sciolse la lingua ed ungendo con una croce d’olio il suo ventre riuscì a farle partorire una meravigliosa bambina) e il miracolo sul Platani (dove alcuni giudei in procinto di annegare nel fiume riconobbero Sant’Alberto e lo implorarono di aver salva la vita promettendo di abbracciare la fede cristiana ed il battesimo… il Nostro Santo, come il Cristo in Tiberiade, camminò sulle acque del fiume portandoli in salvo). A sant'Alberto degli Abati furono particolarmente devote anche santa Teresa di Gesù e Maria Maddalena de' Pazzi. Alla fine, il 10 novembre 1702 venne decretato irrito e nullo quanto ottenuto dagli “zelanti” e si dava piena soddisfazione agli studenti della Traspontina, confermando quanto già essi avevano ottenuto dal Papa. La chiesa di Sant'Alberto è una chiesa di Trapani, sita in via Garibaldi. Difatti S. Teresa si impegnò per far conoscere e divulgare la devozione verso il santo carmelitano siciliano, che lei venerava “come padre e avvocato”, fino a incaricare il domenicano p. Diego de Yanguas di scrivere un libretto, “La Vita e i miracoli di S. Alberto”. “La vida y milagros de San Alberto”(1582), e nel fare questo ne dà anche i motivi, che hanno radici nella sua storia personale. Alberto si distinse per la predicazione mendicante, operando anche numerosi miracoli. Dentro un grande arco vi era dipinta la città: nella parte di sotto vi erano ritratte tre righe di mare di corallo e nella parte sovrastante un carro d’oro tirato da quattro cavalli. All’interno del Santuario Maria SS. Questo testamento fu accompagnato dal rito dell’unzione degli infermi e comunione sotto le due specie. Alberto è patrono di Trapani, di Erice, di Palermo, di Messina, di Cremolino (Alessandria) e di Revere (Mantova). Mentre il ragazzo era ancora in tenera età il padre pensò per lui a un onorevole sposalizio, ma la madre riuscì a fargli tenere fede al voto. Sacramento. Nel convento di Palermo già nel 1346 apparve una cappella a lui dedicata; in vari capitoli generali, a cominciare da quello del 1375, si pensò di ottenerne la canonizzazione papale; in quello del 1411 si dice che è pronto il suo Ufficio proprio. Da vedere a Trapani (Sicilia): "Chiesa di Sant'Alberto" Uno dei luoghi di interesse religioso/culturale presenti nel Comune di Trapani, è "Chiesa di Sant'Alberto". La costruzione iniziò nel 1681 e fu completata nel 1700. Santa Elisabetta d’Ungheria - La ricchezza al servizio della povertà, 18 novembre, Matrimonio spirituale della Santa Madre, 70 anni del dogma dell’Assunzione di Maria, Mostra "In principio era la Misericordia", Beati Dionisio della Natività e Redento della Croce, Beata Maria Giuseppina di Gesù Crocifisso, Consulta la rivista della Provincia Veneta dei Carmelitani Scalzi. Lettera di P. Gaudenzio Gianninoto alle comunità di Sicilia per annunciare l'apertura del VII Centenario della morte di Sant’Alberto di Trapani, titolare del Commissariato. Alberto, caso forse unico nella storia della Chiesa, fu dunque acclamato santo dal re e dal popolo, dall’arcivescovo e dal clero secolare e regolare.Dopo la morte del Santo, per interessamento dello stesso sovrano Federico e dell’Arcivescovo Guidotto si portò a conoscenza del Sommo Pontefice Clemente V (che fu papa dal 1305 al 1314, anno della sua morte) l’evento avvenuto ai funerali del Santo. Subito, mentre egli spirava, le campane del convento cominciarono a suonare senza che alcuno le tirasse; intanto tutti i presenti videro uscire la bell’anima di Alberto dalla sua bocca in forma di colomba e volare direttamente in cielo, come testimoniano tutti i suoi più antichi biografi. [5], Riserva naturale orientata Saline di Trapani e Paceco, Basilica-santuario di Maria Santissima Annunziata, Chiesa di Santa Maria dell'Itria-Santa Rita, Galleria d'arte contemporanea "la Salerniana", https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Chiesa_di_Sant%27Alberto_(Trapani)&oldid=114837805, Chiese dedicate a sant'Alberto degli Abati, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Alberto era celebre per il suo amore per la purezza e per l'orazione. Madonna di Trapani - Santuario di Maria Santissima Annunziata, Via Conte Agostino Pepoli, 178 - 91100 Trapani. Alla vigilia della festività per antichissima tradizione, durante una devota liturgia, si benedice l’acqua in ricordo del prodigio fatto in favore del figlio del re Pietro III d’Aragona, che stava morendo. Una Vita del Santo, composta nella seconda metà del XIV secolo, è giunta a noi in molte copie o rifacimenti del sec. Ebbe anche il titolo di «padre», titolo condiviso con l'altro Santo carmelitano del suo tempo, Sant' Angelo di Sicilia. Nel 1457 Callisto III , vivae vocis oraculo, ne permise il culto, confermato in seguito da Sisto IV con bolla del 31 maggio 1476. Venne così additato come esempio di vero carmelitano, tutto dedito all'austerità e alle opere apostoliche e, verso il 1287, fu nominato, meritatamente, Superiore provinciale dell'Ordine per la Sicilia. Alberto nacque (dopo ventisei anni di matrimonio sterile) da Benedetto degli Abati e da Giovanna Palizi, che promisero di consacrarlo al Signore. Al Centro Internazionale S. Albert in Rome si conserva un quadro di S. Alberto degli Abati. Mentre il ragazzo era ancora in tenera età il padre pensò per lui a un onorevole sposalizio, ma la madre riuscì a fargli tenere fede al voto. C’è poi un aspetto della sua vita che tutto il Carmelo, antico e riformato, gli ha sempre riconosciuto e per cui ha invocato nelle commemorazioni la sua intercessione: la purezza, la castità, il candore del comportamento. Il busto del Santo viene trasportato in processione dalla Basilica dell’Annunziata, in cui è custodito, fino alla Cattedrale, in cui resta fino al 9 agosto. Quando Federico II fece alloggiare i suoi cavalli nel convento del Carmine, trasformando in stalla proprio la chiesa in cui era sepolto Sant’Alberto, un male misterioso colpì prima i cavalli e poi i soldati stessi che morirono tutti. Nell’ultima riforma liturgica è stato concesso il grado di festa per S. Alberto per i Carmelitani e di memoria per i Carmelitani Scalzi. Emanuele Boaga, O. Carm. Era pitturata con vari colori e filettature d’oro e d’argento; due angeli sostenevano le armi reali e ai lati della macchina stavano quattro statue indorate e due puttini. Ad Agrigento si mostra un pozzo, che esiste ancora, di cui egli raddolcì l’acqua molto amara; a Corleone il recipiente in cui conservava l’assenzio; a Petralia Soprana una pietra su cui riposò. Le apparve un santo che le mostrò un grande libro dove a caratteri grossi e ben leggibili era scritto: In avvenire quest’Ordine fiorirà e avrà molti martiri. Matilde di Hackeborn fu una monaca dell'abbazia di Helfta, la sua esperienza mistica venne raccolta nel Liber Gratiae specialis. Si è molto e a lungo discusso sul luogo di nascita, Trapani o Monte di Trapani, cioè Erice: controversia che, in base ai documenti ufficiali, va risolta a favore di Trapani. Egli vive alle sorgenti della vita carmelitana, ai suoi inizi e ne porta all’esterno, tra il popolo, la grande fecondità. La tradizione vuole che la Statua di Sant’Alberto torni al Santuario il 10 agosto, ma per problemi di concomitanza con la festa di San Lorenzo, da qualche anno il ritorno avviene il 9 agosto, con le campane che suonano a distesa, tra due ali di folla festante che accoglie il Santo con le celebri e caratteristiche grida: “Ittamuccilla ‘na santa uci! Tutta la gente a queste parole si rallegrò perché sapeva di poter contare sulla grazia di Dio. Nel 1457 Callisto III , vivae vocis oraculo, ne permise il culto, confermato in seguito da Sisto IV con bolla del 31 maggio 1476. Le apparve un santo che le mostrò un grande libro dove a caratteri grossi e ben leggibili era scritto: In avvenire quest’Ordine fiorirà e avrà molti martiri. Pertanto il 6 agosto di ogni anno si portava in processione la statua dall’Annunziata fino in città. Il fondo dell’icona è d’oro: l’oro significa luce, luce eterna. Nel lato inferiore del quadro un cartiglio reca la scritta in latino Studiorum mecenati divo Alberto theologiae bacconicae candidati tabulam inaugurarunt 1704. Aggiunto/modificato il 2012-07-26, Sostienici e avrai TUTTE le immagini di Santiebeati
santi della sua speciale devozione inizia proprio dal “Nostro Padre San Alberto” precisando che si deve escludere che si tratti di Sant’Alberto di Gerusalemme, autore della Regola del Carmelo, bensì di quello di Sicilia. Notificata la grande contesa all’arcivescovo, questi con molta prudenza e forse ispirato da Dio si presentò al popolo tumultuante e ottenuta a stento la calma così prese a dire: «Non meno di voi tengo ancor io Alberto in concetto di santo; ma sarebbe presunzione la nostra se volessimo arrogarci il diritto di decretargli gli onori degli altari: piuttosto, figli carissimi, rivolgiamo al Signore le menti ed i cuori, supplicandolo a mostrarci con un segno soprannaturale quale sia la sua divina volontà».Le parole del saggio pastore furono accolte con docilità da tutti; e così clero e popolo innalzarono a Dio fervide preghiere. Tra i passi... Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo, Fin dal secolo XII nella basilica vaticana di san Pietro e in quella di san Paolo sulla via Ostiense, si celebravano gli anniversari delle loro dedicazioni fatte nel secolo IV dai santi Pontefici Silv. La festa continuava per tutta la notte con canti e balli nei cortili, alternandole con il consumo di biscotti inzuppati nel caffè. Nell’ambito della nostra Riforma il Capitolo Generale OCD della Congregazione d’Italia il 13 maggio 1632 istituì la nuova Provincia di Sicilia e la intitolò a Sant’Alberto di Trapani. A Piazza Armerina gli sarebbe stata eretta la prima cappella. Archivum Generale.