A Elena è intitolata la Helen Planitia su Venere[6]. A seguito di ciò Menelao chiese aiuto al fratello Agamennone e per compensare l'offesa subita questi dichiarò guerra a Troia. D. dunque riteneva che E. fosse morta durante la distruzione di Troia, nonostante che in Virgilio (Aen. Quando era ormai moglie di Menelao, Elena venne rapita dal principe troiano Paride e il patto di solidarietà stipulato tra i pretendenti alla sua mano spinse gli stessi, con a capo Agamennone, a dichiarare guerra a Troia. ), secondo cui E. sarebbe morta per mano di Polisso, vedova di Tlepolemo, ucciso nella guerra di Troia, " giacché non ne trovò traccia in area medio-latina ". Secondo la leggenda, il poeta greco siciliano Stesicoro sarebbe stato reso cieco da Elena per averla diffamata nei suoi canti. I personaggi di Elena ed Euforione, seppure con molte varianti, sono ripresi da Johann Wolfgang von Goethe nel suo Faust. Secondo alcune versioni del mito, la madre di Elena, Leda, era moglie di Tindaro, re di Sparta. Una bellezza fatale a un'intera città La bellissima Elena è la sposa di Menelao, re di Sparta. Μενέλαος) Eroe della leggenda greca, fratello di Agamennone, figlio di Atreo (secondo un’altra versione, figlio di Plistene e nipote di Atreo), re di Sparta. Proviene dal termine “Helene”, che significa brillante, luminoso. Direttamente non si può riconnettere con Σελήνη, per la quantità della seconda vocale; ma è ben probabile che sia una divinità ... elènio s. m. [dal lat. Elena nella mitologia greca è presentata come la più bella donna del mondo antico; ma anche la più famosa, la più amata e la più odiata. Figlia di Zeus e di Leda, Elena è la sorella di Castore e Polluce: come questi, in alcune versioni del mito nasce da un uovo. Un'altra versione vuole che, dopo la morte di Menelao, due figli naturali di costui cacciassero Elena e la costringessero a rifugiarsi presso Rodi, dove Polisso la fece impiccare per aver causato la morte di tanti eroi sotto le mura di Troia[4], fra cui suo marito Tlepolemo. Un coro di giovani vergini prossime al matrimonio intrecciava in suo onore corone di loto e le deponeva sotto un platano a lei sacro. I greci fanno irruzione nella camera da letto trovando Deifobo addormentato e ubriaco. Dalla loro unione nacque Ermione. ), figlio di Mnesarco, o Mnesarchide, e di Clito, che secondo le tendenziose notizie tramandateci dai comici greci sarebbero ... (gr. Εὐριπίδης, lat. Quando Paride decise di fare di Elena sua moglie, non pensava di dover pagare a caro prezzo questo oltraggio all'ospitalità di Menelao. Elena di Troia (conosciuta anche come Elena di Sparta) è una figura della mitologia greca assurta, nell'immaginario europeo, a icona dell'eterno femminino. La fuga dei due amanti fu la causa della spedizione dei Greci contro Troia e della distruzione della città. - Eroina della leggenda greca. Menelao chiede la solidarietà degli altri re greci per riconquistare sua moglie: ha inizio così la guerra di Troia. Una seconda Elena è citata in poemi posteriori come figlia di Egisto e Clitennestra. ... Opera e rappresentazione drammatica che si caratterizza, oltre che per il tono e lo stile elevato, per uno svolgimento e soprattutto una conclusione segnati da fatti luttuosi e violenti, da gravi sventure e sofferenze. La bellissima Elena è la sposa di Menelao, re di Sparta. Non è una donna felice, disprezza Paride ed è invisa a molti troiani: solo Ettore si mostra gentile con lei, e in occasione della morte dell'eroe, Elena proverà un sincero dolore. - Personaggio della mitologia greca; figlia di Zeus e di Leda (o, secondo altra versione del mito, di Nemesi), adottata da Leda e da suo marito Tindareo; sorella di Castore e Polluce, secondo l'Iliade, e di Clitennestra. La versione più suggestiva della sua nascita racconta invece che essa fosse venuta al mondo uscendo da un uovo, frutto dell'unione tra la dea Nemesi e Zeus, il quale la inseguì per quasi tutto il globo per ottenerla, sotto forma di diversi animali. argèo agg. Anche l'amore per Paride non è più vivo come un tempo. Allora Stesicoro avrebbe scritto una Palinodia ("ritrattazione"): nella nuova versione Paride veniva ingannato e portava con sé a Troia un 'doppio', cioè un fantasma, dell'eroina; la vera Elena invece era stata trasferita per volere di Era in Egitto, ove si era conservata fedele a Menelao, che l'aveva ritrovata lì al ritorno da Troia. – Della città greca di Argo, argivo: Sola tra voi mortali Elena argea Di nepente a gli eroi le tazze infuse (Carducci). Secondo una variante del mito, fu Elena, divenuta dea dopo la morte, a discendere negli Inferi attratta dall'ombra di Achille per giacere con lui generando il semi-dio Euforione. La poetessa greca Saffo (7°-6° secolo a.C.) invece sembra giustificare il suo comportamento: Afrodite la travolse, ed Elena scelse in Paride "la cosa più bella: ciò che si ama". [dal lat. Vaccalluzzo, cit. Alla morte di Ebalo fu cacciato dal regno dal fratello Ippocoonte e si rifugiò a Calidone presso il re Testio, del quale sposò la figlia Leda. Già Omero pone in rilievo l'influsso che aveva avuto l'azione di Afrodite: era stata la dea dell'amore a spingere l'eroina tra le braccia del principe troiano. Mentre Neottolemo, che da Andromaca aveva avuto Molosso, era a Delfi a consultare l’oracolo sull’infecondità di Ermione, questa tramò contro Andromaca e Molosso, che ... Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati. - Poeta tragico ateniese (Salamina 480 a. C. - Pella 406), nato secondo la tradizione il giorno stesso della battaglia di Salamina (5 sett. Compivano le loro gesta sempre uniti: Castore domatore di cavalli, Polluce valente nel pugilato. «E molte vite sono morte per me sullo Scamandro,e io, che pure tanto ho sofferto, sono maledetta,ritenuta da tutti traditrice di mio maritoe rea d'aver acceso una guerra tremenda per la Grecia.». Menelao (in greco antico: Μενέλαος, Menélaos; in latino: Menelaus) è un personaggio della mitologia greca, figlio di Atreo e di Erope e fratello minore di Agamennone. Le versioni a questo punto divergono: sia per quanto riguarda l'identità dell'uccisore di Deifobo (Menelao, Ulisse o entrambi) sia sul fatto se il troiano si fosse risvegliato o no. VI 515-527) leggesse soltanto che E. aveva sottratto la spada di Deifobo e aperto la porta a Menelao, " scilicet id magnum sperans fore munus amanti, / et famam exstingui veterum sic posse malorum " . Un celebre santuario dedicato a lei e a Menelao sorgeva a Terapne, non lontano da Sparta. Dopo la morte di Paride E. prese in sposo Deifobo, che venne ucciso da Menelao durante la strage compiuta dai Greci vincitori. helenium, gr. Abbandonando il marito Elena, si era macchiata di adulterio e per questo fu aspramente condannata da poeti e scrittori di tutte le età. Τυνδάρεως) Mitico re di Sparta e di Amicle, figlio di Ebalo e della naiade Batia (o di Periere e di Gorgofone). argèo agg. Studi danteschi, Messina 1903. Argēus, gr. Vari riti e aneddoti la celebravano come modello di giovane sposa. Scagionata in questo modo l'eroina, Stesicoro avrebbe riottenuto la vista. (gr. – Altro nome dell’erba enula campana (v. inula). Caduta Troia, Elena si ricongiunge con Menelao. Un racconto simile, con la vera Elena in Egitto, si legge anche nello storico greco Erodoto (5° secolo a.C.) ed è alla base dell'Elena, una delle opere più brillanti del poeta tragico ateniese Euripide (5° secolo a.C.): marito e moglie si incontrano dopo diciassette anni in un paese straniero, in una situazione di grave pericolo, e addirittura non si riconoscono; una volta avvenuto il riconoscimento, riescono a mettersi in salvo beffando con l'inganno il crudele re Teoclimeno. Era sorella di Alete ed Erigone e fu uccisa da Oreste che la scovò nella reggia di Micene dopo aver vagato alla ricerca dei sostenitori di Egisto e la madre, che uccise accecato dalla vendetta[5]. ᾿Αργεῖος]. Scoppia così la guerra tra Greci e Troiani, che provocherà infiniti lutti. Euripĭdes). Nell'Iliade, Elena è un personaggio tragico, obbligata ad essere la moglie di Paride dalla dea Afrodite. Tuttavia ciò non escludeva che la stessa Elena si sentisse colpevole. Nei versi riportati da Servio e che questi afferma vennero cancellati da Virgilio (Aen. Si narrava che, giovinetta, fosse stata rapita da Teseo e che i suoi fratelli fossero intervenuti a liberarla. Πάρις) Mitico eroe di origine frigia, figlio di Priamo e di Ecuba, causa prima della guerra e della caduta di Troia. Solo quando Troia cade Elena fa ritorno in patria. Il sofista Gorgia (5°-4° secolo a.C.) scrisse addirittura un Encomio di Elena per dimostrarne l'innocenza, con argomentazioni in verità paradossali. Controversa fu la sua fine. Alla morte di Paride, Elena è costretta a sposare il fratello Deifobo. L'etimologia del nome, per quanto incerta, si riconnette forse con una radice indicante splendore, come ἑλάνη "fiaccola". Quando fu in età da marito, tutti i capi Greci pretesero la sua mano. Dopo la morte di Paride Elena Elena fu allevata in casa di Tindaro e ancora giovinetta fu al centro di numerosi miti di seduzione: Teseo la rapì che era ancora fanciulla. Nell’epica greca, Elena era la moglie di Menelao, re di Sparta, nonché la donna di cui si innamorò Paride, scatenando la Guerra di Troia. Siccome la loro rivalità rischiava di generare un conflitto, su suggerimento di Ulisse, Tindaro sacrificò un cavallo sulla cui pelle fece salire i pretendenti per farli giurare che chiunque fosse stato il fortunato sposo, tutti avrebbero dovuto accorrere in suo aiuto nel caso qualcuno avesse tentato di rapirgli la sposa. La tragedia greca. ῾Ερμιόνη) Nella mitologia greca, bellissima figlia di Menelao e di Elena. (gr. Vi furono però delle eccezioni. Menelao convinse la gente di Micene a commutare la sentenza in un anno di esilio. Il mito narra anche che fosse figlia d'Oceano o di Afrodite. Sposo di Elena, figlia di Tindareo, nata dall’uovo prodotto dall’unione di Zeus con Leda, quando questa fu rapita da Paride e condotta a ... (gr. E., divenuta moglie di Menelao re di Sparta, fuggì con Paride che, recatosi da Troia a Sparta, l'aveva sedotta con l'aiuto di Afrodite. ῾Ελένη) Eroina della mitologia greca, probabilmente in origine una divinità lunare. V. anche Alena. – Altro nome dell’erba enula campana (v. inula). Non tanto al rapimento di E., ma alla prima causa di esso, e cioè al divieto di Laomedonte di far approdare nel porto Simoenta gli eroi greci della nave Argo e al susseguente rapimento di Esione, figlia di Laomedonte, D. allude con le parole a prima scintillula huius ignis revolvamus praeterita, ex quo scilicet Argis hospitalitas est a Frigibus denegata, di Ep V 24. Elena di Troia (conosciuta anche come Elena di Sparta) è una figura della mitologia greca assurta, nell'immaginario europeo, a icona dell'eterno femminino.Proprio questa sua caratteristica archetipica fa sì che, nell'immensa letteratura nata attorno alla sua figura, Elena venga raramente considerata responsabile dei danni e lutti provocati dalle contese nate per appropriarsi della sua bellezza. L’età classica Altre ancora la divinizzano insieme ai fratelli Castore e Polluce. La scelta cadde su Menelao, principe di Micene, che sposandola divenne re di Sparta. I pretendenti e il «giuramento di Tindaro», HYGINUS, FABULAE 50 – 99, tradotto da Mary Grant, https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Elena_(mitologia)&oldid=116579812, Personaggi citati nella Divina Commedia (Inferno), Voci non biografiche con codici di controllo di autorità, licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Aveva culto a Terapne in Laconia e a Rodi. Donna di sfolgorante bellezza, l'avevano chiesta in moglie in molti: a prevalere fu Menelao. Inoltre, secondo altri miti, le anime di Elena e Achille, dopo la morte e la discesa nel Tartaro, furono assunte nell'Isola dei Beati (o Campi Elisi) per i loro meriti, e lì ebbero un figlio, Euforione. elènio s. m. [dal lat. Un poema andato perduto raccontava la scena dell'incontro tra i due: ancora irato, Menelao vorrebbe uccidere la moglie infedele, ma quando la vede ancora nel pieno delle sue grazie si lascia sedurre dal suo fascino e la perdona. Bibl. D. colloca E. nel secondo cerchio, tra i lussuriosi, e cioè tra le donne antiche e ' cavalieri che peccarono e morirono per amore e che Virgilio addita al poeta: Elena vedi, per cui tanto reo / tempo si volse (If V 64). La fuga dei due amanti fu la causa della spedizione dei Greci contro Troia e della distruzione della città. ᾿Αργεῖος]. Per vendicare il rapimento di Elena da parte del principe troiano Paride (al quale Afrodite aveva promesso la più bella delle donne), Menelao e suo fratello Agamennone organizzarono una spedizione contro Troia chiedendo aiuto a tutti i partecipanti al patto di Tindaro. Dopo che Ippocoonte fu vinto ... (gr. Eurìpide (gr. Enciclopedia dei ragazzi (2005). Aveva culto a Terapne in Laconia e a Rodi. Quando era ormai moglie di Menelao, Elena venne rapita dal principe troiano Paride. Più tardi Menelao l'avrebbe raggiunta e riaccompagnata in patria. Il mito di Elena è descritto nell'Iliade e nell'Odissea, ma molti poeti successivi ad Omero modificarono il personaggio e la sua mitologia. Un'altra versione voleva che, in Egitto, Menelao ritrovasse la vera Elena, custodita da Proteo dal tempo in cui, con Paride, ella era approdata nel paese. helenium, gr. Lo straordinario fascino di Elena accende il cuore del giovane principe troiano, al quale già Afrodite aveva promesso in dono la donna più bella del mondo. La sorella Clitennestra sposò invece Agamennone, fratello di Menelao. Argēus, gr. – Della città greca di Argo, argivo: Sola tra voi mortali Elena argea Di nepente a gli eroi le tazze infuse (Carducci). A Sparta Elena era venerata come una dea. ἑλένιον]. Si narra anche che Oreste avesse cercato di ucciderla. Elena cede al corteggiamento di Paride e con lui fugge a Troia, abbandonando Menelao e la piccola figlia Ermione. Sposò Neottolemo, figlio di Achille, ma senza aver figli. Dopo un sogno premonitore, avuto durante la gravidanza (le era parso di generare una fiaccola che appiccava il fuoco al palazzo reale), Ecuba fece esporre il piccolo Paride sul Monte ... (o Tindaro; gr. II 567-588), Enea incontra E. mentre costei, dopo il tradimento usato a Deifobo, si nasconde nel tempio di Vesta; Enea medita di ucciderla, ma ne è distolto dalla madre Venere. Nell'Odissea Elena appare riconciliata col marito e tornata a Sparta per regnarvi al suo fianco, anche se malvista dai sudditi. È ancora una donna conturbante, oggetto di ammirazione da parte dei vecchi Troiani. Nessuna colpa le può essere rinfacciata, data la sua incolpevole bellezza, anche se le si dà la colpa della guerra che insanguina Troia[3]. La tragedia di Eschilo, Sofocle, Euripide, ... Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati. La soluzione di questo puzzle è di 5 lettere e inizia con la lettera E Di seguito la risposta corretta a LA MOGLIE DI MENELAO Cruciverba, se hai bisogno di ulteriore aiuto per completare il tuo cruciverba continua la navigazione e prova la nostra funzione di ricerca. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta l'11 nov 2020 alle 12:22. Secondo altra leggenda, che è in rapporto con la palinodia di Stesicoro e che sarà ripresa da Euripide nella sua tragedia Elena, Paride ed E., fuggendo da Sparta, si sarebbero rifugiati in Egitto presso il re Proteo, e non E. ma un suo simulacro si sarebbe recato a Troia. Elena. Solo quando Troia cade Elena fa ritorno in patria. Durante un'assenza del marito, giunge a Sparta Paride. Tornata in patria, E. vi ritrovò la figlia Ermione. Elena, divenuta moglie di Menelao re di Sparta, fuggì con Paride che, recatosi da Troia a Sparta, l'aveva sedotta con l'aiuto di Afrodite. 1. Euripide, nella tragicommedia Elena, segue quel filone mitico secondo cui Elena non fu mai rapita da Paride né visse a Troia né fu ripresa da Menelao, ma sempre visse nascosta in Egitto, costretta da Era che mise al posto suo, a Sparta, un'immagine d'aria, un simulacro vivente, per ingannare Paride e vendicarsi di non essere stata scelta al posto di Afrodite. Vi fu anche chi sostenne che a Troia non era andata Elena, ma una sua immagine. L'Iliade ci mostra un'Elena che, dopo dieci anni di sanguinosa guerra, è in preda al rimorso per essere stata causa di tante stragi. Proprio questa sua caratteristica archetipica fa sì che, nell'immensa letteratura nata attorno alla sua figura, Elena venga raramente considerata responsabile dei danni e lutti provocati dalle contese nate per appropriarsi della sua bellezza. in bibl. -F. Vismara, E. - Spigolature greche ad illustrazione del c. V dell'Inferno dantesco, in " Rivista abruzzese " XIV (1901) 146-161; N. Vaccalluzzo, Dal lungo silenzio. Esiste anche una terza Elena: figlia di Elena di Troia e di Paride, venne uccisa ancora bambina dalla nonna paterna, Ecuba, che s'accese d'ira alla caduta di Troia per la morte dei suoi abitanti e decise di uccidere la figlia della donna che aveva causato la guerra. Secondo versioni ... (‛Ελένη Helĕna o Helĕne). Secondo l’Iliade sarebbe stata sorella di Castore e Polluce, figlia di Zeus; l’Odissea nomina come madre di E. Leda, le Ciprie Nemesi, Esiodo un’Oceanina. Di lei si innamora Paride, che la porta con sé a Troia. ἑλένιον]. Il suo esempio fu seguito dall'oratore Isocrate (4° secolo a.C.). Secondo altre versioni ebbe una fine misera. Nel secondo libro dell'Eneide, durante l'incendio di Troia, Enea vede da lontano Elena ed è preso dall'impulso di ucciderla, ma ne viene dissuaso dalla madre Venere, che lo esorta a fuggire dalla città coi familiari. Secondo versioni ... Mitici figli di Zeus (Διὸς κοῦροι), di nome Castore e Polluce, generati insieme con Elena dall’uovo di Leda, congiuntasi con Zeus trasformato in cigno. Leda partorì quattro bambini, di cui due, Polluce ed Elena, sarebbero stati figli di Zeus[1], che si era congiunto a Leda sotto forma di cigno mentre gli altri due nati Castore e Clitennestra, erano invece stati concepiti da Tindaro[1][2]. Elena è un nome di origine greca. Secondo l’Iliade sarebbe stata sorella di Castore e Polluce, figlia di Zeus; l’Odissea nomina come madre di E. Leda, le Ciprie Nemesi, Esiodo un’Oceanina. [dal lat. Ambedue furono considerati divinità benefiche e salvatrici. di Massimo Di Marco - Alcune leggende la indicano figlia di Nemesi, la dea della vendetta e della giustizia. Paride non aveva portato a Troia che un fantasma, una Elena fatta di … Elena infatti era ritenuta la donna più bella del mondo, e poiché i pretendenti erano numerosi, Tindaro, sotto consiglio di Ulisse, lasciò che ogni decisione fosse della ragazza, onde evitare che una sua interferenza potesse causare una guerra. Era mandò Iride a Creta con la notizia del ratto e Menelao si precipitò a Micene, dove supplicò il fratello Agamennone di chiamare subito gli uomini validi alle armi e di guidare un esercito contro Troia. Di lei si innamora Paride, che la porta con sé a Troia. Così sono esistite due Elena, una in Egitto e una a Troia. Secondo un'altra versione del mito, a Troia sarebbe andata non Elena ma un suo fantasma, Il matrimonio con Menelao e la fuga con Paride. ῾Ελένη) Eroina della mitologia greca, probabilmente in origine una divinità lunare. Scoppia così la guerra tra Greci e Troiani, che provocherà infiniti lutti.
2020 elena moglie di menelao